LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Franca Figliolini
|
||||
Di quando in quando il bel maggio mi manda la sua profumata essenza di grazia e luce mi partorisce dall’inverno uterino che non ho mai amato e men che meno quest’anno coi suoi ululati di lupi e paure dietro le finestre chiuse saracinesche sulle anime spaventate che ora negano persino di essere esistite in quelle ore e di aver visto i morti coi loro occhi - le lunghe file di camion o di bare interrate in isole lontane; negano tutto, negano sempre pur di sopravvivere a sé stesse alla propria personale angoscia. angoscia epocale, siderale, paura dei lupi pronti a balzare se il fuoco si spegne. quando il fuoco si spegne.
Ma dicevo del maggio, il bel maggio odoroso che mi regala le sue corolle d’infiniti colori, piccole meraviglie portatili, frulli d’ali, chioccolii di bellezza e ogni sfumatura di verde, fino al corso dell’Aniene che, mi spiace, nonostante l’aneddotica corrente, non è tornato azzurro neanche ora.
Di quel maggio in cui sono nata io, ma avrebbe potuto essere dicembre e avrebbe potuto essere altrove.
|
|